Ancora sulla tecnologia semantica

Savinio2 Il significato è in definitiva una creazione di chi lo usa, e dunque parlare di "tecnologia semantica" è come parlare di "scienza del fortuito", cioè usare un ossimoro. Questa era la tesi di un mio precedente post sull'uso della popolare dicitura. Eppure, l'industria informatica mondiale procede sempre più spedita nella direzione di sistemi chiamati 'semantici'. Ormai il fenomeno è pervasivo e, con l'ingresso sulla scena della tecno-significazione di colossi Google e Microsoft, probabilmente si tratta di qualcosa di irreversibile. Dobbiamo dunque registrare l'ossimoro e cercare di dargli un preciso significato.

C'è da dire che, in molti casi, chi parla di tecnologie semantiche lo fa sulla base di una banalizzazione o di una totale rimozione del fatto che il significato sia un processo storico. Chi arriva alle questione dal versante della logica – ad esempio chi si occupa di rappresentazione della conoscenza – dà per scontato che il significato ci sia, e si concentra sugli aspetti formali della sua modellazione e del ragionamento che ci si può fare. Chi si occupa di linguaggio naturale è invece coinvolto nella collezione e nella organizzazione di grandi repertori di 'sensi' variamente collegati alle unità del lessico, come in WordNet ad esempio, e dunque è più sensibile al problema della storicità. Tuttavia, anch'essi devono ipostatizzare il significato, cioè sottrarlo ai processi storici e consegnarlo a qualche astrazione di tipo logico.

Per come oggi funziona il ragionamento automatico e il trattamento informatico della lingua, si può dire che la creatività estemporanea dell'umana semantica sia un grosso impaccio. A dire il vero, questa creatività è d'impaccio per qualsiasi teoria formale del significato. Da ciò non segue però che la tecnologia debba o possa contraddire i processi storico-naturali della significazione. Questi processi hanno alla base la libertà del soggetto, e questo è un ambito dal quale la tecnologia rimane fuori, o almeno così si spera.

Cos'è dunque la tecnologia semantica se questa non ci segue nei recessi della nostra libertà, nei luoghi da cui il senso scaturisce? Non può che essere, a mio avviso, una tecnologia consapevole e rispettosa di questa libertà.

  • Roberto Galoppini |

    Ciao Guido, volevo segnalarti – anche se tardivamente – che settimana scorsa si è tenuto a roma un workshop sulle tecnologie di ricerca semantica, organizzato dal progetto europeo IKS. La cosa interessante è che alcune aziende che producono ECM open e proprietari stanno realmente lavorando al tema.

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