Il numinoso tecnologico

Ipad-candle Steve Jobs santo subito? ironizza Formenti su MircoMega. Jobs è già santo, gli risponde Gramellini su La Stampa. La figura ieratica del patròn di Cupertino era destinata a diventare un'icona, si sapeva. Ma, alla scomparsa di Jobs, la mistica Apple ha superato il pur prevedibile delirio di candeline tremolanti negli iPad per configurarsi come autentico teismo, cioè come credenza in un Essere provvidenziale, portatore di progresso e di bene.

Dal produrre oggetti eleganti e (relativamente) funzionanti al diventare icona di progresso e di bene però il passaggio non è immediato. Non è avvenuto ad esempio (lo fa notare sarcasticamente Daniela Ranieri) per gli inventori del Folletto.

Certo, bisogna entrare nel merito e riconoscere che i prodotti di Jobs hanno accompagnato l'antropos occidentale fuori dalla caverna della cibernetica d'antan, nelle ampie praterie dell'informatica di massa dove, fra tante cose, c'è anche progresso e bene. Ma c'è anche qualcosa di sintetico, trascendentale e totalmente arbitrario nel conferimento di tanto immaginario ad un singolo individuo, ieratico e auratico quanto vi pare ma non certo esente dal peccato e dalla contraddizione.

Quello che porta dagli i-qualcosa e dall'uso più o meno efficace che ne facciamo al simbolo incorporeo e numinoso della mela sbocconcellata, e a ritroso dalla potenza immaginaria di quel simbolo alle file tumultuose davanti agli Apple Store, è un movimento complesso per spiegare il quale bisognerebbe far ricorso a tante e noiose teorie.

Certo è che questi saliscendi ontologici che avvengono nella psiche collettiva hanno poco a che fare col raziocinio. Lo testimonia il fatto che tra i sacerdoti del culto di Jobs si contino anche maestri del pensiero tecno-liberale, fieri paladini dei sistemi aperti e dell'interoperabilità, del tutto indifferenti al fatto il loro idolo abbia messo in piedi il più inespugnabile monoblocco di hardware-software e servizi che si sia mai visto (lo fa notare, tacciato di blasfemia, anche Stallman).

E' il sincretismo culturale di cui parla Zambardino? Oppure è narcosi da rispecchiamento narcisistico nel glamour melagriffato? O ancestrale bisogno di numinoso tecnologico?

 

 

 

  • Peppe Vetere |

    Steve Jobs numinoso tecnologico? Non saprei, può darsi. Una cosa in concreto va detta: il suo “think different” ha conquistato la vanità di molti ma ha permesso l’uso a tanti delle macchine informatiche. Tra questi, soprattutto quelli che non sapevano dove si trovasse lo switch on/off di tante altre utenze domestiche. L’approccio friendly, sembra sia stato il vero successo della mela informatica; l’uso innovativo del cestino, per “buttare” nella spazzatura gli errori, con la possibilità di rovistarci dentro al primo pentimento: a molti ha regalato sicurezza.
    La gestualità dello sfogliare il libro si concretizzata nell’ipad, nei tablets in genere, nella tabula rasa che tutti noi vorremmo intellettualmente deflorare. Infine e non per ultimo, il mac, non si guastatava come gli altri PC, e se guasto, c’erano pochi e intuitivi passi di diagnostica che lo autoriparavano con successo, gratificati, forse illusi, comunque si continuava a usare il mac. Per l’automobile abbiamo gli stessi problemi. Vogliamo tutti girare la chiave, partire e…. sotto il cofano: il mistero indesiderato, odiato, da molti rifiutato. Nelle macchine da calcolo di Jobs, il “meccanico” ha fatto la fame, in quelle di Gates i meccanici hanno fatto i soldi, e anche tanti. Chi vende in ambiente “windows” guadagna meno di chi fa manutenzione. Gates ha una differente strategia commerciale, indirizzata al mercato della manutenzione che vincola il mercato della vendita, se vendesse auto direbbe: comprala, costa poco, devi solo aggiornare la ricetta della ”benzina” che spesso ti modifico, altrimenti va male il motore: non ti preoccupare, stai tranquillo, ti faccio tutto on line e “gratis”. Si protrebbe chiedere del perché i sistemi aperti non hanno messo in difficoltà l’ambiente mac, visto che partivano da una quasi comune filosofia: l’uso plateale del computer? Un sistema aperto è vero che è aperto ma solo per gli addetti che smanettano e…. per mia nonna? Quando si farà uso dell’informatica con la stessa disinvoltura degli elettrodomestici? L’antropometria come l’ergonomia applicate alle nuove tecnologie, sono sempre una meta ambita e poco raggiunta. Hanno affiancato Jobs a Olivetti (rai3 del 21/6/11); credo che Olivetti abbia creato un modo particolare di vivere l’industria, Jobs un modo particolare di usare un prodotto industriale. A metà strada tra Jobs, Olivetti e i sistemi aperti c’é forse l’India che offre la sfida con un tablet, l’Aakash, di appena 45 euro circa, ma possiamo ancora parlare di progresso? Non lo so. 45 euro in India è una cifra importante, un impiegato ne prende 120 al mese circa, in occidente quanto costerà? Prima però, prendiamo l’Aakash, lo diamo alla nonna e sapremo se è friendly o solo “bidonely”.

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