Grandezza di facebook: uno accetta un amico di amici così per inerzia, perché, come sipega Luca Chittaro, non riesce sempre a dire “no”, ma quello poi si rivela come una preziosa occasione di scambio, di contaminazione, di uscita dai propri schemi. O di conferma e radicamento in essi.
Nella sbrodolata di insulsaggini dei miei amici o presunti tali che facebook mi scodella tutte le mattine, trovo un giorno l’immagine di una graziosa forma muliebre, di quelle a cui difficilmente un uomo può evitare di prestare qualche attenzione. Illustrava il post di una di queste personalità che ho pigramente accolto nel mio entourage, la quale si rivela poi essere boss di Ciaopeople. Il post recitava pressappoco: “migliaia di accessi in poche ore: ai miei ragazzi piace questa roba, dunque piace anche a me”. Curioso argomento conformista, come rinunciare dunque ad un’accurata indagine?
Ed ecco quel che ho trovato nel sito di Ciaopeople: un catalogo di ragazzette mezze nude in pose da calendario, e per ciascuna, a disposizione del visitatore, un cursore per votarle, o meglio qualificarle con epiteti degradanti, nella scala da “cozza” a “sirena”. In pratica, il sito invita le ragazzette a spogliarsi davanti a un miliarduccio di persone per farsi dire “cozza” o “sirena”. E loro lo fanno. Perché lo fanno? Perché c’è in palio la possibilità di posare per un calendario fatto proprio come quello delle modelle, cioè si accede alla possibilità di spogliarsi ancora di più e di essere perfino affisse nella barberia del paese.
Grandezza di facebook: posso dire al presunto amico: questa roba mi fa un po’ schifo. Due righe secche buttate lì giusto per sfogare la rabbia, chiudere tutto e pensare ad altro. Ma nulla si può dire su facebook che tutti non sappiano nel giro di un’ora, sicché ecco piovere una valanga di reazioni dallo staff di Ciaopeople, che per la discutibile (ma in qualche caso divertente) proprietà transitiva dei post su facebook aveva letto il mio commento.
Che dire delle reazioni? Molto interessanti! Si inizia con alcune riflessioni sul linguaggio: questo è il linguaggio dei giovani, mi si spiega, tutto veline e calciatori, e se vuoi parlare con loro devi usare questo codice. Qui sembra affiorare un ragionamento fatalista: se le cose nel mondo stanno così, significa che le cose devono stare così. Però poi arriva un argomento molto diverso: sul sito ci sono anche articoli di carattere sociale, mi si dice, e tra un paio di tette e un deretano i giovanotti possono anche rilassarsi leggendo un articolo sulle morti bianche.
A questo obietto: ma ragazzi, la vostra è falsa coscienza! E qui lo staff di Ciaopeople si divide: il boss ribatte che è falsa coscienza anche la mia, che dico di disprezzare le ragazzette ma poi, vecchio lubrico che sono, me le vado a guardare. Un altro invece, in un sussulto di onestà intellettuale, ammette che Ciaopeople non è un sito di filosofia teoretica, e che il business lo fa vendendo pubblicità e la pubblicità ti paga se il sito è visitato, e il modo migliore per farlo visitare è farci spogliare le ragazzette.
Sì, questa in effetti non è falsa coscienza. E’ pornocoscienza. Etimologicamente, ‘porno’ viene dal greco ‘pòrné’ che significa ‘venduta’, schiava commerciata per scopi sessuali. Il latino ‘prètium’ (prezzo) ha la stessa radice. Dunque è coscienza del valore commerciale del corpo femminile e del suo cinico sfruttamento.