Salvatore Siciliano, un web marketer specializzato in manipolazione del web, si confessa a Repubblica.
Ha inscenato un finto suicidio, ha taroccato la 'sentiment analysis' di alcuni prodotti, ha riconvertito migliaia di oppositori di Berlusconi a suoi fan su facebook (dice, candido, che il gruppo antiberlusconiano 'dava un'immagine politicamente e umanamente distorta del nostro paese').
Si sa che, al markettaro, vil razza dannata, nulla per l'oro sconviene, ma colpisce la leggerezza con cui costui parla delle proprie imposture. Come se la facilità tecnica con cui è possibile la manipolazione sul web ne alleggerisse l'etica. Come se la rilevanza morale di un gesto fosse commisurata alla sua fluidità tecnica.
'Internet' – ammonisce l'ineffabile giovanotto – 'non è una lavatrice' (cioè: non è un'invenzione come un'altra). Ma non è neanche un lavacro della coscienza. Il giudice ne tenga conto.