Il mio profilo dice che sono utente di Freebase (MetaWeb) dal 2007, e sono autore di 133 asserzioni (frasi del tipo: Roma è capitale d'Italia). Poche per la verità, visto che molti utenti ne possono vantarne migliaia. Inoltre, temo di aver asserito cose di scarso interesse per la collettività. In ogni modo, le mie 133 facezie fanno parte dei 12 milioni di asserzioni che Google ha acquistato per una cifra superiore ai 75 milioni di dollari (qui il post di Punto Informatico). Quindi, calcolatore alla mano, ogni asserzione vale circa 6 dollari, e io sono in credito di ben 831 bucks con Mountain View.
Ora, finché Freebase era una simpatica startup, ci si poteva anche stare. Ma perché oggi qualcuno vorrebbe continuare a regalare questo valore a Google? Perché, spiega MetaWeb, la 'base di conoscenza' continuerà ad essere aperta e usabile per qualsiasi scopo, alla sola condizione di citare la provenienza.
Ma allora perché Google avrebbe sborsato questa cifra per acquistarla? Per utilizzare la knowledge base nelle ricerche semantiche? Avrebbe potuto farlo comunque. Per la piattaforma di acquisizione? A Google costerebbe meno rifarla da zero. Forse la risposta è nell'ultima clausola della licenza Freebase dove si spiega che i termini (assai liberali) della licenza potrebbero cambiare da un momento all'altro, previa pubblicazione di una 'prominent notice' nella homepage.
Staremo a vedere. Intanto però sappiamo quanto vale la semantica: 6 dollari per ogni piccola verità.