Il tavolo della cucina, quello che vedete tutti i giorni, oggi un po' sporco di marmellata, ieri collocato provvisoriamente in salotto, quel semplice oggetto della cui esistenza non potreste mai dubitare, soprattutto quando ci mangiate, ebbene quel tavolo potrebbe essere un'allucinazione ontologica, o nascondere nella sua materia oscuri problemi metafisici. Di questo parla "Il mondo messo a fuoco. Storie di allucinazioni e miopie filosofiche", recente libro di Achille Varzi. Il saggio espone in modo semplice, accessibile, elegante e scorrevole il tema del rapporto tra ontologia e metafisica, dove la prima è la risposta alla domanda: "che cosa c'è?" e la seconda alla domanda "che cosa è?".
Uno dei problemi, ad esempio, è che non è neanche chiaro se le domande siano distinguibili, o in che ordine vadano fatte. Come al solito, Varzi ci mette davanti tutta la schiera delle possibili opzioni filosofiche, tutti gli -ismi ad esse associati, questa volta facendo anche intendere qualcosa in più attorno alle sue stesse visioni (e revisioni).
Certamente però, come al solito, il lettore di Varzi non sarà indotto dal libro ad assumere una specifica posizione: non ne uscirà con la credenza che il tavolo sia un oggetto in uno spazio tridimensionale o un oggetto-evento in uno quadridimensionale, o non sia un fascio di particelle che, al momento, "tavoleggiano". Ma forse ricaverà da libro un messaggio rassicurante: tavoli e sedie, colazioni all'alba e schizzi di marmellata, insomma tutto ciò che innegabilmente esiste nel nostro senso comune, è in ordine così com'è, e nessun -ismo potrà farlo sparire.