Kirkegaard ha spiegato che la vita etica, rispetto a quella estetica (edonistica), si caratterizza per la capacità di scegliere in base a principi di comportamento, e la capacità di mantenersi coerenti alle proprie scelte.
Una persona che sceglie la politica, in quanto propone determinati modelli di società e di comportamento, è senz'altro una persona che si offre alla vita etica, e d'altra parte nessuno finora si è mai presentato alle elezioni dicendo: "votatemi, poi giorno per giorno, in base ai miei desideri del momento, vi dirò cos'è bene e cos'è male".
Che abbia proposto un modello cattolico tradizionalista o anarchico insurrezionalista, dal politico ci si aspetta che resti fedele a sé stesso, che sia cioè capace, per la durata del proprio mandato, di governare almeno la propria esistenza individuale in accordo con il modello che ha proposto, per un elementare rispetto verso chi l'ha votato.
Qualsiasi sia il nostro orientamento come elettori, non vogliamo trovare il cattolico in un lupanare, né vedere l'anarchico diventare capo di una multinazionale. L'edonista (se osserva la leggi) merita tutto il rispetto, ma non lo vorremmo come rappresentante nelle istituzioni, per il semplice fatto che non è in grado di offrire alcuna garanzia che le proprie scelte siano coerenti col patto stretto con gli elettori.
Ecco, il fatto di avere in giro tanti politici edonisti, incapaci di dare un governo a sé stessi prima che agli altri, è una cosa davvero deprimente.