La singolarità di Watson

Era ovvio che Watson, il sistema IBM che ha battuto gli umani al gioco a quiz Jeopardy! fosse salutato da Ray Kurzweil come un passo da gigante nella direzione della singolarità, cioè quel momento in cui i computer, divenuti più intelligenti di noi, ci sostituiranno alla guida del Pianeta. Ne scrive Lara Ricci qui.

Benché Watson di intelligenza ne abbia davvero molta (oltre ad avere una notevole "forza bruta" come dice Marco Varone), io continuo a ritenere che se un computer siffatto ci può rimpiazzare, allora un idiot savant alla Rain Man, in grado di tener a mente tutti i fatti rilevanti per la conduzione della politica interna ed estera, può diventare Presidente degli Stati Uniti. La qual cosa, si osservi, è perfettamente ammessa dalle regole della democrazia, e nondimeno non risulta che venga presa in considerazione né dai Democratici né dai Repubblicani.

Questo è il punto: noi costruiamo i computer che ci servono. E non ci servono computer di nietzschiana "volontà di potenza", ma umili lavoratori (robot, appunto) della conoscenza. Dal fatto che questi siano mirabilmente in grado di lavorare col nostro linguaggio non segue che possano sviluppare qualcosa di simile ad una volontà, dovessero pure diventare (e lo diventeranno) mille volte più potenti.

  • Giuseppe |

    E se un giorno fossero proprio i computer a progettare e costruire i propri simili? Se da una rete collettiva emergesse una forma di auto-coscienza come accade nel cervello umano? E’ chiaro che i computer del futuro, ipoteticamente più intelligenti di noi, non possono che essere soltanto remoti cugini di quelli attuali, incluso Watson che manipola ma non capisce. Proprio per questo si parla di singolarità: una specie di transizione di fase, di cambiamento critico, segnato dalla comparsa appunto della coscienza e di una specie di spinta evolutiva autonoma nelle macchine. Ancora è fantascienza: ma non è detto che lo rimanga (specie se qualcuno riesce a fare i computer quantistici).

  • Fabio |

    sarebbe la vendetta perfetta nei confronti di una prospettiva scellerata

  • Guido |

    mi piace la tua idea della “singolarità al ribasso” magari ci scriviamo un libro e diventiamo famosi 🙂

  • Fabio |

    Forse la regressione dell’intelligenza naturale, della quale abbiamo innumerevoli testimonianze (e non escluderei da queste l’enorme credito intellettuale concesso alle tesi di Kurzweil), potrà più del progresso. Oppure non servirà nemmeno che l’idiota di cui parli sia particolarmente “savant”…
    http://en.wikipedia.org/wiki/Being_There

  Post Precedente
Post Successivo