Stefano Bartezzaghi si è rovinato il cenone di San Silvestro (e a quanto pare anche quello della vigilia) rimuginando sugli aggettivi autologici. La colpa è del mio amico Andrea Calì che mi ha anche chiamato in correità. Non so come scusarmi col Bartezzaghi di cui sono fervente seguace. Io invece ho passato un tranquillissimo Capodanno sparando botti con una torma di bambini invasati.
Non mi resta che augurare a lui, a tutti gli amici logici e patalogici, e a voi tutti ovviamente, un 2008 davvero significativo.
Significativo è ‘significativo’ (cioè significa qualcosa) e dunque autologico. Ma è un autologico del tutto particolare. La proprietà che esprime (e di cui gode), è quella della significatività. Ma la significatività è esattamente la proprietà grazie alla quale l’applicazione di un aggettivo ad un oggetto può essere giudicata vera o falsa, cioè quella specifica proprietà grazie alla quale riusciamo a discriminare tutti gli aggettivi autologici (compreso ‘significativo’).
‘Significativo’ è quindi il padre di tutti gli autologici? E se è così, si tratta un padre affidabile? Oppure è un padre che (come usa scherzare il Calì) ha il solo dovere di essere presente al momento del concepimento? Si tratta di una domanda meno stupida di quanto crediate.