Petabullshit

Pb_theory_fLa tesi ha fatto scalpore, ne parla anche Luca De Biase qui. L’editor in chief di Wired, Chris Anderson, sostiene che la disponibilità di petabyte di dati accessibili con Google potrebbe segnare la fine del metodo scientifico. Perché? Ma è semplice: non occorre più fare modelli esplicativi dei fenomeni, se possiamo osservare i fenomeni nella loro interezza. Se i dati sono esaustivi, basta prendere atto delle loro correlazioni: non serve altro.

This is a world where massive amounts of data and applied mathematics replace every other tool that might be brought to bear. Out with every theory of human behavior, from linguistics to sociology. Forget taxonomy, ontology, and psychology. Who knows why people do what they do? The point is they do it, and we can track and measure it with unprecedented fidelity. With enough data, the numbers speak for themselves.

Insomma, possiamo mandare il nostro caro vecchio cervello in pensione, coi petabyte e coi petaflop capiremo tutto quello che c’è da capire. Who knows why people do what they do? Who cares?

In effetti, il computer osserverà molte cose interessanti. Scoprirà, ad esempio, che c’è una fortissima correlazione tra divorzio e matrimonio.

Dopo aver letto quest’articolo di Wired non sono affatto persuaso che il metodo scientifico sia alla fine, ma di una cosa sono certo: dopo il petabyte e i petaflop la scienza ha bisogno di una nuova unità di misura: il ‘petabullshit’.

  • Antonello Pasini |

    Sono sicuro che si scoprirà anche che è il canto del gallo che fa sorgere il Sole!
    Antonello Pasini

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