In Italia infuria la polemica sul fans club di Totò Riina su Facebook. Il club, popolato da circa 5000 picciotti, si sta rivelando però un interessante luogo di discussione sulla mafia e una preziosa fonte per il monitoraggio e (auspico) la repressione del fenomeno.
Stranamente, poco si dice su altre non meno inquietanti conventicole di derelitti che inneggiano a:
Hitler
http://www.facebook.com/group.php?gid=37723019931
Stalin
http://www.facebook.com/group.php?gid=5571692489
Mussolini
http://www.facebook.com/group.php?gid=28395967282
http://www.facebook.com/group.php?gid=27883774155
Franco
http://www.facebook.com/group.php?gid=43301986857
http://www.facebook.com/group.php?gid=2213090046
Pinochet
http://www.facebook.com/group.php?gid=2222021551
Priebke
http://www.facebook.com/group.php?gid=34233671378
solo per citarne alcuni.
Tutti intenti a far sì che le puerpere non mostrino il seno quando si ritraggono coi loro pargoli, i gestori di Facebook non sembrano avere una politica chiara a riguardo delle numerose apologie di stragi e genocidi che germinano sui loro server, o comunque non appaiono in grado di applicare una ragionevole politica dei contenuti con regolarità e coerenza. La piattaforma di ‘social networking’ più popolare ed usata non aggiunge o toglie nulla alla sostanziale incontrollabilità del web. E’ un bene? E’ un male? E’ un fatto?