Nel linguaggio, la semantica verte sulle condizioni di verità degli enunciati: "la neve è bianca" è vero se e solo se la neve è bianca nel mondo. Ma il linguaggio non si usa solo per il gusto di dire la verità (anzi, a sentire i telegiornali, sembrerebbe piuttosto il contrario). Il linguaggio si usa a scopi pratici nelle situazioni concrete, ad esempio per ordinare o per chiedere. Senza conoscenza delle situazioni del mondo e delle intenzioni dei parlanti, il linguaggio di fatto è incomprensibile. Se io dico: "mia figlia è una volpe" tutti voi capite che parlo in modo figurato per dire che mia figlia è furba, e così pure, probabilmente, se dico: "Anna è una volpe". Ma, se conoscete un po' di inglese, quando dico: "Foxy è una volpe" penserete senz'altro che io mi stia riferendo ad un piccolo canide.
Il linguaggio è fatto di inferenze. Per portare a termine i ragionamenti semplici (ma non molto rigorosi) che ci consentono di comprendere un enunciato, si deve far ricorso a conoscenze che si trovano in altri enunciati, nella situazione in cui si colloca l'enunciazione, in ipotesi sulle intenzioni dell'interlocutore, nel mondo in generale. Di tutto ciò si occupa la pragmatica linguistica, una complessa materia a cui si sono dedicati studiosi come Austin e Grice. Nel trattare il linguaggio, gli automi si trovano a che fare con cose non facili, tipo capire che se dico: "posso sollevare un elefante con una mano", sto forse esagerando, ma di sicuro non mi riferisco ad elefanti dotati di mani.
TrueKnowledge, una delle basi di conoscenza e question-answering sul web, fa alcuni ragionamenti di natura pragmatica per rispondere a domande poste in modo informale. Se chiedete "where is Elvis?" il sistema risponde: "Elvis Presley died on August 16th 1977 and is buried in Graceland". Per ipotizzare che l'utente si riferisca al cantante scomparso, TrueKnowledge, (complice Wikipedia) fa evidentemente ricorso a qualche assunzione di tipo pragmatico sul rapporto tra il nome e popolarità del nominato, prendendosi però qualche rischio: un utente potrebbe in realtà riferirsi allo zio Elvis. Di sicuro, questo tipo di assunzioni dipendono da fattori di "massa culturale": se chiedete "where is Faber?" il sistema risponderà col più classico dei "sorry ..".
Se la semantica, per gli automi, è ancora oggi un miraggio, la causa è in gran parte da ricercarsi nella dimensione pragmatica. Anche se essi hanno fatto notevoli progressi nelle loro conoscenze sul mondo (molto si deve proprio alla Wikipedia), la varietà di intenzioni e situazioni legate a ciascun atto linguistico che intercorre tra gli automi e i loro utenti rende molto difficile per i primi interpretare le espressioni dei secondi, se queste, come accade in genere, fanno leva sul contesto della conversazione.
Quando parliamo alle macchine, e le macchine ci parlano, è meglio essere po' pedissequi e prolissi, a meno che non si riesca a codificare le convenzioni del contesto in modo accurato.