Lezione di Wikipedia a Philip Roth

120910_books-philip-roth-new_g290Lui è forse lo scrittore statunitense più celebre, lei è Wikipedia, l'enciclopedia libera più amata. E' un peccato che abbiano un rapporto conflittuale. A me, che adoro entrambi (lessi Il lamento di Portnoy in una notte, da ragazzo) fa l'effetto di veder litigare papà e mamma.

La vicenda è questa: nella voce sul romanzo The Human Stain (trad. it. La macchia umana) si legge (traduco)

Nelle recensioni del libro sul New York Times, Michiko Kakutani e Lorrie Moore suggeriscono che Coleman Silk [protagonista del romanzo, ndr] potrebbe essere stato ispirato da Broyard [scrittore statunitense ed editor del NYT, ndr]. [..] Tuttavia, Roth ha dichiarato in un'intervista 2008 di non conoscere Broyard quando ha iniziato a scrivere il libro e di aver saputo di lui solo mesi più tardi.

Con una lettera aperta al New Yorker del 7 Settembre u.s. (ora riportata nella Wikipedia), Roth lamentava di non essere riuscito (pur qualificandosi come autore) ad ottenere che l'editor di Wikipedia riportasse la verità: cioè che il personaggio del suo romanzo non era in effetti ispirato a Broyard. Roth ridicolizzava anche il fatto che l'editor avesse obiettato di attendere il riscontro di "fonti secondarie" (secondary sources) prima di procedere eventualmente alle rettifiche del caso. Quali fonti, oltre l'autore, possono testimoniare le intenzioni dell'autore?

Una risposta ufficiosa è quella che oggi pubblica un editor di Wikipedia, il quale ha buon gioco nel far notare che il contenuto della lettera di Roth è insensato. Il fatto che alcuni critici abbiano avanzato una certa ipotesi è un fatto vero (ci sono le prove). Che quell'ipotesi sia stata smentita dall'autore è pure un fatto vero, risaputo ed anch'esso correttamente riportato. Qual è il problema?

Non credo che a Roth sfugga la nozione che il giudizio su uno statement debba includere l'agente che lo pronuncia e il contesto di riferimento. Non bisogna aver letto Hintikka per saperlo. O forse egli crede che le illazioni dei critici letterari siano conoscenza e non opinione, sicchè se io so che il critico A sa che p, allora anche io so che p? E dunque il riferire qualcosa equivale ad affermare quella cosa? Come on!  Riportare un'opinione non costituisce di per se alcun supporto a quella opinione, a meno che il contesto non offra specifici indizi a riguardo, come ad esempio caratterizzare l'agente locutore come un'autorità indiscutibile. E non era questo il caso dell'articolo in questione.

L'editor di Wikipedia insinua con una certa acrimonia che Roth abbia solo voluto farsi un po' di pubblicità. Ma qui probabilmente sbaglia: che bisogno ne avrebbe uno come lui? No, credo che ci troviamo davanti all'ennesima manifestazione di disagio della vecchia guardia autoriale nei confronti delle aspirazioni collettive e organizzate della singolarità qualunque. Umberto Eco, da noi, è più o meno sulla stessa lunghezza (o cortezza) d'onda. Atteggiamento aristocratico, insomma.

Interessante e ricca di implicazioni la chiusa dell'editor di Wikipedia:

We don’t want readers to trust us. We want readers to think and be able to do their own research.

Nei readers includerei anche i grandi autori della letteratura.

  • Remo |

    A Roth sarebber bastato semplicemente scrivere nel suo blog (o altro canale ufficiale) che il suo romanzo non era ispirato a tizio ma a sempronio, a allora qualcuno avrebbe corretto la voce inserendo quindi prima l’interpretazione data dallo stesso autore, e poi la cantonata prese per anni dai critici.
    Ma certamente non può pretende di modificare una voce semplicemente dicendo “io sono”, quando chiunque potrebbe spacciarsi per lui utilizzando questa tecnica.

  • stess |

    Amicus Roth, sed magis amica veritas. Io non ho mai letto Roth (Joseph Roth sì, a dirla tutta), ma il tuo (ti do del tu) debole me lo rende simpatico, anche perché secondo me il suo “inciampo” su wp è avvenuto in piena buona fede.
    Hai dunque fatto bene a non infierire su Roth, perché non sembra meritarlo affatto. Solo un altro plauso per te, dunque. E un “brindisino” alla verità, di tanto in tanto, una volta tanto…

  • guido |

    Ho riportato solo il ‘claim’ di Roth, poi in effetti rivelatosi infondato, senza troppo infierire (ho un debole per lo scrittore, l’ho detto). A mia discolpa dico che non sono un giornalista, e dunque posso concermi qualche sentimento 🙂

  • Tinette |

    Tra le belle sorprese di una pigra domenica pomeriggio capita quella di trovare un giornalista. Vero. Intero e funzionante. Pensavo fossero estinti.
    Caro Guido Vetere, grazie dell’equanimità. Quoto stess: Roth non si è presentato in persona chiedendo modifiche. Un anonimo, con due indirizzi IP diversi, ha cancellato un pezzo di articolo autodefinendosi “biografo di Roth” e adducendo come motivo “me lo ha chiesto lui”. Poteva benissimo essere il panettiere dell’angolo…
    Buona domenica.

  • stess |

    Caro Guido Vetere, ti ringrazio. Finalmente leggo qualcuno su questo caso Roth che si è informato (e in generale lo era già) e che è riuscito a dare un giudizio pesato sulla faccenda. Sulla Rete ho assistito con scoramento all’ennesima occasione per denigrare Wikipedia, stavolta schierando in campo il centravanti straniero (Roth).
    Unica puntualizzazione: un editor anonimo sulla voce The Human Stain di en.wiki si era qualificato come biografo di Roth. Poteva quindi ben essere un millantatore. Non quindi Roth che cerca di qualificarsi come Roth.
    Un saluto.

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