Francesco Morace prevede la fine dell’Intelligenza Artificiale:
Abbiamo ormai compreso che le emozioni influiscono sulle nostre decisioni molto più di quanto non faccia il nostro pensiero razionale. […] Ed è per questo che da anni ormai prevediamo il fallimento di tutti gli studi sull’intelligenza artificiale
Come (indegno) membro dell’omonima associazione italiana (AI*IA) mi corre l’obbligo di insorgere.
Anzitutto, si sappia che la dicitura viene dall’inglese Artificial Intelligence, sennonché ‘intelligence’ e ‘intelligenza’ sono notoriamente falsi amici: in inglese intelligence significa per lo più ‘investigazione’. Lo scopo dell’AI non è infatti quello di riprodurre l’intelligenza naturale umana (che, detto per inciso, se applicato ad alcuni indvidui potrebbe portare a risultati assai scarsi) ma quello di eseguire automaticamente i ragionamenti che ci tocca fare per portare a termine alcuni compiti. Per alcuni di questi, come i giochi di scacchiera, le macchine ci hanno superati da un pezzo.
Le emozioni, dunque, lasciamole ai cantautori. Noi rozzi cibernetici ci accontentiamo delle risoluzioni. E ve ne faremo vedere delle belle!