La Germania ha un nuovo ministro degli esteri, che essendo di origine nobile ha un nome da barzelletta: Karl Theodor Maria Nikolaus Johann Jacob Philipp Franz Joseph Sylvester Freiherr von und zu Guttenberg. Quando si è saputo che il baronetto era in odor di nomina, qualcuno, sulla Wikipedia, si è divertito ad aggiungere un nome di fantasia al già mostruoso blasone. In seguito, a nomina annunciata, i giornalisti sono andati a documentarsi sul neoministro, e cos'hanno compulsato? La Wikipedia, naturalmente. Sicché, i giornali hanno riportato il nome finto assieme a quelli veri. Nel frattempo, i reviewers della Wikipedia, attirati dall'operazione di editing sulla pagina del ministro, sono andati a verificare le fonti. Quali fonti? I giornali, naturalmente. E lì hanno trovato conferma della fola del buontempone.
Per riassumere, abbiamo il seguente loop: 1) la Wikipedia pubblica provvisoriamente un'informazione falsa, 2) il falso viene acquisito da sorgenti ritenute autorevoli, 3) la Wikipedia conferma l'informazione falsa sulla base dell'autorità delle sorgenti contaminate.
Trovo questa storiella, segnalatami dall'amico e collega Dino (che ringrazio), molto interessante. Essa mostra una delle difficoltà insite nella natura paritaria del web. L'assenza di gerarchie nel web è una grande cosa, ed è alla base del suo successo. Nessuno riuscirà a gerarchizzare il web, ma non abbiamo ancora sviluppato gli strumenti per mitigare certi effetti perversi della pariteticità. Assieme al problema semantico, il web deve affrontare il problema epistemico: come si può formare un corpus di conoscenze affidabili senza 'auctoritas', in una comunità di pari?