I provider telefonici italiani che recentemente hanno variato le condizioni del contratto senza informare correttamente gli utenti sono stati multati. Facebook invece decide un bel giorno di impossessarsi dei nostri contenuti, e nessuno può farci nulla. Su Facebook prolificano indisturbati gruppi neofascisti che fanno, stando alle nostre leggi, chiara apologia, mentre viene chiuso il gruppo del PdCI, partitello legale e del tutto innocuo. E, ancora, ci troviamo inermi.
Cosa c'è dietro tutta questa impotenza? Un fatto semplicissimo: Facebook è un sistema singolo, chiuso, gestito da un proprietario, come d'altra parte Second Life, MySpace, Flickr, e tutti i sistemi di networking sociale. Al contrario del web, dove chiunque abbia un sever da mille dollari può ospitare un sito e interoperare alla pari con tutti gli altri, questi sistemi sono universi chiusi in sé stessi, monarchici, autarchici. Uno qualunque di questi sistemi che avesse la ventura di divenire un'infrastruttura vitale per le relazioni sociali, diventerebbe proprietario in tutto e per tutto della stessa socialità. Sarebbe un incubo, e Facebook è in condizione di avverarlo.
L'interoperabilità dei sistemi di social networking e realtà virtuale è uno dei prossimi grandi obiettivi che la comunità della rete deve perseguire, se vuole restare una comunità.