Le inclinazioni della Rete

225px-Stefano_Rodotà_Trento_2007Ho assistito alla nascita della candidatura di Stefano Rodotà a Presidente della Repubblica. Tutto è iniziato con alcuni appelli lanciati in Rete da chi, anche in occasioni come l'Internet Governance Forum, ha avuto modo di familiarizzare con l'insigne giurista fondatore del Pds, il quale è uno dei pochi personaggi politici (in senso ampio e alto) che l'abbia difesa dagli attacchi e soprattutto dalla totale incomprensione della classe dirigente.

Quegli appelli sono stati captati e amplificati dai militanti-votanti dei Movimento Cinque Stelle (qualche decina di migliaia di persone) che hanno anche apprezzato l'estraneità del giurista a quella che graziosamente chiamano la "casta". A Grillo non è rimasto che sorvolare su alcune considerazioni non proprio lusinghiere che Rodotà aveva fatto in passato sul suo movimento, trovandosi in mano un'arma micidiale contro l'establishment politico attuale.

Dal canto suo, Rodotà non ha rinunciato alla candidatura, come avevano fatto Gino Strada e Milena Gabanelli, prendendo una decisione di cui certamente non gli erano del tutto ignote le possibili conseguenze, e tuttavia molto facile da dissimulare, cosa che ha fatto con un pizzico di beffarda ironia. Il resto è cronaca di oggi: davanti a una candidatura così insidiosa rispetto ai suoi equilibri interni, il partito di maggioranza relativa in Parlamento si è disgregato, aprendo il sipario su una scena politica del tutto nuova, anche se non del tutto chiara.

Insomma, una catastrofe (nel senso etimologico), iniziata col piccolo movimento di pochi atomi sociali interconnessi in Rete che, incontrandosi casualmente con altri atomi diretti altrove, è stato infine in grado di segnare le sorti di una Nazione. Non dicano, gli idealisti, che Rodotà ha solo inverato qualche necessità storica riposta altrove. Qui invece, secondo me, si vede chiaramente all'opera la parenclisi epicurea, quella che i Latini chiamarono clinamen (dalla stessa radice viene inclinazione). Cioè: l'accidente, la deviazione, non come trascurabile aberrazione del caso, ma (spiegava Lucrezio) come principio stesso della natura e di ciò che vi accade. Oggi la Rete è il luogo parenclitico per eccellenza, è un acceleratore di particelle sociali, è una natura seconda retta dalle stesse caotiche leggi della prima.

Fra i tanti paradossi che hanno caratterizzato questa vicenda, vi è questo: mentre da una parte il tempo sembra essersi fermato (per la prima volta un Presidente della Repubblica viene rieletto), dall'altra l'accelerazione impressa dalla Rete alla vita sociale e politica sembra così forte da sfuggire a qualsiasi campo gravitazionale. La velocità dunque aumenta, mentre il tempo rallenta, come se viaggiassimo su una navicella prossimi alla velocità della luce. Il che potrebbe essere anche eccitante, se non fosse che dentro la navicella ci sono le istanze sociali, e sulla terra è rimasta l'intelligenza di chi dovrebbe comprenderle.

C'è chi ha lamentato il fatto che molti dei cosiddetti "grandi elettori" abbiano votato sulla base delle suggestioni offerte da twitter.  Nessuno può dire se sia vero, né se sia un bene o un male, ma bisogna accettare che la considerazione degli umori in 140 caratteri (et similia) possa essere entrata nel novero delle euristiche ammesse dai parlamentari per determinare le opzioni politiche, al pari delle telefonate dei capocorrente. Questo implica che noi tutti, mentre scriviamo post e repliche, mentre twittiamo o aggiorniamo lo stato, mentre firmiamo petizioni o propaghiamo appelli, dobbiamo essere coscienti che le nostre inclinazioni, esternate, possono esercitare un peso molto maggiore di quello che noi stessi gli attribuiamo.

Nessuno sa bene cosa sia questa specie di coscienza collettiva che si forma dall'agitarsi di tante coscienze individuali. Ma sappiamo di farne parte, e Lucrezio ci spiega che, senza questa agitazione, la natura, qualsiasi natura, non produrrebbe mai nulla.

  • Ax |

    PS: Aggiungo inoltre che l’hanno fatta passare pure per Berlusconiana solo perchè i Radicali hanno puntato sulla rivoluzione liberale promessa da Berlusconi nel 94. Per i grillini inaccettabile. Che Casaleggio però sia stato candidato con Forza Italia questo invece non conta, ma per la Bonino sì. Italiani sono proprio strani…

  • Ax |

    Rodotà è una persona eccellente, ma la sua candidatura sarebbe rimasta tra le altre se non fosse stata portata in Parlamento da Grillo e al tempo stesso non ci fosse stata l’idiota strategia del PD. Così è cresciuto, cosa che ad esempio non è successa a Zagrebelsky. Entrambi avevano sostegni evidentemente non con potenti mezzi in rete. Così come senza mezzi e microfoni importanti Emma Bonino. Candidata che quando i giochi erano pari, è stata spontaneamente sostenuta dagli italiani in queste settimane senza appoggi da partiti e piazze. Emma Bonino però è stata infangata vergognosamente da Travaglio che l’ha fatta passare persino da terrorista prendendo parti della sua vita estrapolate e comunque di cui lei si è sempre assunta le responsabilità. Lei che da Travaglio e Santoro in primis in questi anni è stata sempre censurata, mai invitata nelle tv ha vinto tutti in sondaggi. Questo era per questa gente inammissibile. Grillo non la voleva e già si era espresso tempo fa con un attacco frontale (peccato che anni prima quando gli conveniva l’aveva elogiata) e Casaleggio sempre quel giorno delle quirinarie ha dato indicazioni influenzando il voto. Insomma è stata bombardata e poi non sostenuta da nessuno. Ed allora i grillini hanno con la loro potenza mediatica caratterizzato Rodotà come il presidente di tutti. Ma in realtà era lei. Nessuno la voleva perchè troppo scomoda e infatti si è visto: nessun partito l’ha sostenuta con i suoi grandi elettori. Il populismo impera, una persona come lei stimata in tutto il mondo, che parla non si sa quante lingue e ha tutta la sua esperienza e quindi ha meritato i suoi posti di rilievo è stata fatta passare come una sanguisuga della Casta solo perchè a Travaglio e company non è stata d’accordo. Neanche a lui una come Emma Bonino converrebbe. Ma si sa, Travaglio è per molti dio in terra quindi figurati se la gente è andata ad informarsi su cosa realmente ha fatto in questi anni la Bonino. Lui di moratoria onu contro pena di morte o mutilazioni genitali femminili ad esempio non ha parlato, era scemo? no.

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