L'annuncio del nuovo motore di ricerca "intelligente" che sta per uscire dal laboratorio di Stephen Wolfram è la hype del momento. Ne parla perfino il De Biase su questo blog. "Motore computazionale della conoscenza" si dice. Sono parole grosse. Per chi voglia vederci chiaro, prima di toccar con mano, consiglio, oltre al post di Luca, la recensione di Doug Lenat, pioniere, già negli anni '80, di questo genere di imprese. Al di là del dovuto apprezzamento, Lenat ci riporta con i piedi per terra.
In estrema sintesi, a quanto pare, Wolfram non ha inventato il calculus ratiocinator di cui vagheggiava Leibniz, ma più modestamente è in grado di raccogliere in giro per il web, con le lacrime il sudore e il sangue dei suoi ricercatori, un bel po' di dati strutturati, che è poi in grado di elaborare per rispondere ad interrogazioni espresse con un linguaggio intuitivo, semi-naturale, una specie di semplice algebra. Per esempio: la query "gdp Francia \ Italia" complilerà una tabella comparativa dei prodotti interni lordi di Francia e Italia. Bisognerà poi vedere se "partite Francia \ Italia" mostrerà i risultati delle partite di calcio o di rugby. Molto dipenderà dalle preferenze dei suoi ricercatori.
Nessun metodo generalizzato per l'accesso intelligente alla conoscenza globale, ci dice Lenat, gli scettici possono star tranquilli, i futurologi rimettersi in attesa della prossima hype. "L'intelligenza sono dieci milioni di regole" è il celebre motto di Lenat. Regole scritte dall'uomo, e sempre in via di riscrittura.