Si è stabilito un ‘loop’ tra questo blog e la celebre rubrica Lessico e Nuvole di Stefano Bartezzaghi, per merito del comune amico Andrea Calì. L’occasione ci è stata offerta dagli aggettivi autologici, quelli cioè che si applicano a loro stessi, e spero che la simpatia prosegua.
Calì aveva trovati alcuni autologici non banali (ad es. ‘obsoleto’, che è in effetti obsoleto). Io avevo proposto ‘significativo’ come il padre di tutti gli autologici (è autologico, ed esprime la proprietà da cui dipende l’autoriferimento).
Bartezzaghi aveva anche lanciato gli autoriferitismi: frasi che contengono un autoriferimento. La più celebre è la paradossale ‘questa frase è falsa’, ma bella è pure ‘non generalizzare mai’.
Ora Calì tira fuori dal cilindro l’autopalindromo: una frase palindroma autoriferita. Spiega Cali che essa "esprime il fatto che la frase palindroma ama il proprio asse (di simmetria), giacché, per quanto uno la possa rigirare (leggasi invertire), essa rimane se stessa". Ed eccola:
E asse ama: rigirala! La rigira, ma essa é
Formidabile. Perdono a Calì tutte le sciocchezze che posta sul mio blog.
Notate anche questo: la palindromia è un fatto puramente sintattico (cioè formale), mentre l’autologicità è un fatto puramente semantico (cioè di significato). L’autopalindromo è semantica della sintassi.