La superpatata di Alessandro Cecchi Paone ha ispirato un’interessante discussione sulla fallacia di certi ragionamenti. In particolare, Luca Chittaro ha messo in guardia contro l’argomentum ad ignorantiam usato dal Paone.
Voglio qui difendere Cecchi Paone e la superpatata, e lanciare l’idea della patalogica. Similmente alla patafisica di Alfred Jarry, la patalogica sarà una logica di eccezioni, non di regole.
Che la patalogica sia necessaria si vede dal fatto che senza fare errori nella logica standard noi non potremmo capire il linguaggio, fare scienza, forse neanche sopravvivere. Infatti, come mostrò Peirce, la base del nostro ragionamento non solo quotidiano ma anche scientifico è l’abduzione, e questa altro non è che la fallacia dell’affermazione del conseguente:
A implica B, B è vero, allora A è vero
una solenne corbelleria, con la quale però, come spiega Eco, Sherlock Holmes risolve i suoi casi.
Esempio. se possiedo una grossa auto sono ricco, io sono ricco, quindi possiedo una grossa auto. Giusto? Sbagliato! Potrei comunque preferire una vecchia carretta.
Ma quale ricco andrebbe in giro su una vecchia carretta? Questo la logica non lo spiega, la patalogica lo spiegherà!