Storie di qualità

Venice Session Telecom dedicata alle storie. Approccio narrativo all'innovazione nel nostro Paese, che ingoia i suoi ricercatori nel silenzio, mentre è nel racconto, spiega De Biase, che possiamo ri-costruire una visione collettiva del progresso. Ma anche approccio innovativo alla narrazione, o almeno desiderio di comprendere il meccanismo delle fiabe con cui l'innovatore crea l'immaginario verso il quale la comunità si dirige, come ha magnificamente detto Andrea Pontremoli.

La narrazione è linguaggio ed il linguaggio crea, non è una novità. Proprio questa potenza costruttiva (o distruttiva) lo rende pericoloso, filosofi come Platone e Leibniz avrebbero voluto confinarlo, se non proprio abolirlo. Ciò ovviamente non è possibile: il linguaggio tracima da qualsiasi diga. Ma almeno dobbiamo impegnarci a chiarire cosa ne vogliamo fare, e per converso a capire cosa ci viene raccontato davvero. Dobbiamo grattare la superfice della parola, ecco perché era a Venezia un ontologo come Maurizio Ferraris.

Questo hanno detto infine Alessandro Baricco e Giuliano Da Empoli: andiamoci piano con questa torrenziale narrazione, guardiamoci un po' dentro a queste storie. Sono proprio d'accordo con loro.

Ma allora: più storie o meno storie? Forse, nel nostro Paese, dovremmo occuparci della loro qualità.

  • alessandro ferrari |

    Condivido le tue riflessioni anche se, spontaneamente, mi verrebbe da chiedere: siamo sicuri che questa ‘torrenziale narrazione’ soddisfi comunque il bisogno di raccontare e di ascoltare che alberga in ognuno di noi? Sì, grattiamo pure la superficie delle tante parole e chiediamo a gran voce ‘qualità’. Ma quante cose, in ogni caso, sono destinate a rimanere nell’oblio del non detto?

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