Sono a Vicenza al workshop Formal Ontology Meets Industry, co-localizzato con la European Conference on Knowledge Management. Il workshop, organizzato dal CNR e dall'Università di Padova riguarda le applicazioni pratiche dell'ontologia. Lo scopo della ricerca riguarda il modo in cui un punto di vista 'ontologico' (cioè relativo ad una teoria su "quello che c'è") possa aiutare a sviluppare sistemi intelligenti. L'ontologia è spesso messa in questione sotto il profilo pragmatico, anche se i padri del pragmatismo non sminuirono affatto il ruolo della metafisica. Il pragmatismo un po' terra-terra che prospera nell'Information Technology muove all'ontologia una tipica obiezione: "che ci importa di quello che c'è? Basta che il sistema funzioni". Io penso – ed è questo il senso del mio intervento di ieri – che l'ontologia possa e debba raccogliere la sfida del pragmatismo e dimostrare la sua utilità. L'ontologia, così come una qualsiasi teoria scientifica, deve dimostrare, oltre alla sua coerenza, la sua adeguatezza. Si può senz'altro dire che il beneficio potenziale di condividere una teoria sull' "arredo del mondo" si intuisce facilmente. Le intuizioni però non bastano per fare industria.