Il GGG

Per me resterà sempre il Grande Gigante Gentile, dove Roald Dahl narra dell’incontro di una bambina con un’immensa figura paterna. Altri, meno candidi di me, potrebbero pensare al ‘punto G’, una chimera che ogni tanto qualcuno dice di aver avvistato. Ma per Tim Berners Lee si tratta del Giant Global Graph, la prossima edizione del World Wide Web.

L’idea di Berners Lee è sempre quella: rimpiazzare una nozione puramente ‘fisica’ delle risorse del Web e dei loro link con una nozione ‘semantica’. Non più una ragnatela di nodi e fili senza senso ma un grafo in cui nodi ed archi abbiano ‘etichette’ che ne qualifichino il significato (amico-di, album-preferito-da, risposta-a, etc).

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Notevole è il fatto che l’idea si trova già compiutamente illustrata nel Resource Description Framework, uno standard W3C sospeso tra passato (1999) e futuro, ma non ben saldo nel presente. RDF ha tutto quello che serve per il GGG. E, certo, gli informatici non si spaventano davanti ad un grafo: qualunque studente  conosce strutture ed algoritmi per operarvi. Dunque: che aspettiamo a salire sulle spalle del GGG e provare il piacere di una navigazione più eccitante?

  • Dino |

    Ieri ad una conferenza, uno dei relatori ha spiegato un’analogia interessante. Secondo lui, nell’IT le ontologie stanno alla modellazione concettuale come l’architettura del software sta allo sviluppo del software. Dieci e oltre anni fa, quando l’architettura del software faceva i primi passi, pochi avrebbero scomesso sulla sua utilità. Oggi sono in pochi a metterla in dubbio. Credo che questo sia vero anche per la semantica nell’IT, e nel Web in particolare. Aggiungo io: il Web si sta già trasformando in “semantic”, ma a piccoli passi… abbiate pazienza voi scettici 🙂
    Disclosure: La conferenza è stata organizzata da Guido, ma è quasi inutile sottolineare che l’analogia NON gli apparteneva: troppo ottimistica per lui

  • Guido |

    Andrea, sono d’accordo: per ora il semantic web ha prodotto studi di sintassi e semantica formale (logica descrittiva). Da questo non consegue alcuna semantica ‘materiale’. Però ora non puoi fare il vago: che è il GGG per i tedeschi?

  • Andrea |

    Gli amanti della pornografia riconosceranno in GGG l’acronimo di una produzione pornografica tedesca, specializzata in una singola pratica (sulla quale e’ meglio sorvolare).
    Giudicando la riuscita del Semantic Web, sono ormai uno scettico della semantica, e dal 2003 vado predicando il Syntactic Web. La semantica e’ in definitiva qualcosa di soggettivo, e la sua applicazione al Web richiede, credo (e ritengo che Guido sia del mio stesso parere), meccanismi che ricalchino le dinamiche del linguaggio naturale. Quello che veramente funziona, per ora, sul Web, e’ sintattico.

  • Carlo |

    Quello descritto è sicuramente un passo avanti rispetto ad una rete di risorse “disumane” ma mi sembra presentare già un limite evidente: il fatto che l’arco “amico di” non dice nulla sulla profondità del rapporto che ho con quella persona” .
    I siti come Linkedin se ne sono già accorti e, al momento di creare una connessione, chiedono di specificare il tipo di rapporto che intercorre, anche se al momento non è chiaro come gestiscano quella informazione.

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